Il Segretario Foti: Tante belle parole dal Governo con il silenzio dell' Opposizione. Ma aspettiamo ancora i pochi spiccioli del contratto”.

«Continuo a leggere dichiarazioni e articoli di esponenti dell’attuale Governo che parlano di “vicinanza” e “attenzione” verso i servitori della Patria» – dichiara Girolamo Foti, Segretario Generale del Sindacato ITAMIL Il 1° Sindacato dell' Esercito – «Parole piene, commosse, quasi epiche. Peccato che, in busta paga, arrivano – o meglio, dovrebbero arrivare – solo spiccioli. Letteralmente».
Spiega Foti: «Si parla di “attenzione”, ma il contratto 2022/2024 ha portato meno di 100 euro netti al mese, e solo per l’anno 2024, a partire dal grado di Graduato. E il 2022 e il 2023? Completamente dimenticati. Due anni di vacanza contrattuale. E con quei pochi spiccioli, oggi, non ci compri nemmeno un chilo di carne. Il danno è doppio: perdiamo potere d’acquisto al contempo, accumuliamo un vuoto contributivo che incide direttamente sulle nostre future pensioni (a fine carriera ci aspetterà il 55% dell’ ultimo stipendio maturato in servizio attivo). Una beffa ben confezionata».
Aggiunge: «E mentre i militari tirano la cinghia, gli stessi sindacati che hanno firmato il contratto ora fingono indignazione per i ritardi nei pagamenti. Manca solo che dicano: “non ce lo aspettavamo”. Ma c’è di più: cosa diranno adesso ai propri tesserati alcuni incalliti difensori del contratto 22/24 che – pur senza mai citare esplicitamente la nostra sigla – hanno pubblicato contenuti chiaramente mirati ad attaccare il sottoscritto per l’aspetto fisico e le scelte del Sindacato ITAMIL? Lo hanno fatto attraverso il proprio portale, utilizzando toni offensivi e allusioni inequivocabili».
Chiarisce il Segretario Generale: «Per carità, il dissenso può starci, il confronto è parte del dibattito sindacale e democratico. Ma non si deve mai andare oltre. Quando si travalica il confine della dialettica per entrare in una campagna di delegittimazione sistematica – addirittura in forma anonima contro il presidente Sandro Frattalemi, la giustizia farà il suo regolare corso per punire i responsabili – si danneggia non solo un sindacato, ma l’intero principio della rappresentanza dei militari».
Prosegue Foti: «Chi ha ruoli di responsabilità dovrebbe agire con cautela e rispetto verso le persone, in particolare dei colleghi, nel principio dell’appartenenza all’essere militari. Chi oggi cerca visibilità screditando altri colleghi con cattiveria, domani potrebbe trovarsi isolato, perché la credibilità si costruisce con l’impegno, non con gli attacchi gratuiti».
Ricorda Foti: «ITAMIL – insieme a USAMI – hanno detto NO a questo contratto. Lo abbiamo fatto a testa alta, senza salti di gioia, senza complimenti al Governo. L’avevamo previsto. E oggi noi del Sindacato ITAMIL ci domandiamo: quanto altro tempo dobbiamo ancora aspettare?».
Lancia un appello diretto: «Ci rivolgiamo al Presidente del Consiglio, On. Giorgia Meloni. L’abbiamo invitata più volte a un confronto sul contratto. Nessuna risposta. Si parla di “pace sociale”, di dialogo con le parti sociali, di rispetto delle libertà sindacali. Ma la realtà è ben diversa. Viviamo contenziosi sull’esercizio della libertà di espressione e del diritto di critica, assenza di confronto sui regolamenti attuativi delle organizzazioni sindacali, autorità militari che non partecipano ai congressi delle sigle rappresentative, e nessuna audizione presso le Commissioni Difesa per trattare temi fondamentali come carriere, pensioni, stipendi e alloggi. Un muro silenzioso separa l'amministrazione, il governo, l'opposizione , il parlamento dai rappresentanti dei lavoratori in divisa».
Conclude Foti: «Eppure, un messaggio vogliamo mandarlo lo stesso: “On. Giorgia Meloni, non viviamo di pacche sulle spalle. Non si paga il mutuo con le medaglie. E con gli applausi non si mette il pane in tavola. Incontri le organizzazioni sindacali dei militari”».
Ribadisce: «Nel frattempo, mentre molti fingono di non sapere che il rinnovo contrattuale 2025/2027 è già partito, noi siamo ancora in attesa degli spiccioli del precedente. ITAMIL non resta a guardare. Avvieremo un ricorso gratuito per tutti i nostri iscritti (esclusi solo coloro che hanno presentato revoca) per ottenere un risarcimento sul mancato potere d’acquisto dei salari».
E conclude: «Siamo consapevoli che, vista la pressione oltre misura che stiamo subendo, serve un riconoscimento pieno dei diritti sindacali: al pari della Polizia di Stato.
Nel frattempo dobbiamo lottare tutti insieme per eliminare i problemi reali dei militari che aumentano ogni giorno: caro vita insostenibile, bollette alle stelle, carburante fuori controllo, canoni di affitto impossibili, pendolarismo massacrante, sovraindebitamento, domanda alloggiativa insoddisfatta, invecchiamento del personale senza ricambio, demotivazione per mancanza di stimoli, carriere ferme, scarsa valorizzazione professionale e delle competenze.
Noi ci siamo. Con dignità, umiltà, coerenza e coraggio. Non cerchiamo medaglie, ma rispetto, equità e giustizia».
Girolamo Foti
Segretario Generale – ITAMIL Esercito
Primo Sindacato dell'Esercito Italiano