PREVIDENZA: NON ABBIAMO BISOGNO DELLE RIFORMETTE VOGLIAMO LA SPECIFICITA'

12.08.2022

RIFORMA DELLA PREVIDENZA MILITARE SERVONO SOLDI NO PICCOLE RIFORMETTE LEGISLATIVE

Veterano dell'Esercito, mono reddito con famiglia, figli, tante medaglie, ridotto alla fame dopo la pensione...
Veterano dell'Esercito, mono reddito con famiglia, figli, tante medaglie, ridotto alla fame dopo la pensione...

Specificità sulla carta? Tanti doveri? Tante limitazioni? queste sono le domande che ci vengono continuamente rivolte dai nostri colleghi. Dopo una lunga militanza nell'Esercito, terminiamo la nostra carriera con una pensione da fame?

Noi del Sindacato Itamil Esercito riteniamo che occorre un urgente piano di revisione del sistema pensionistico connesso al comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico tale da garantire l'adeguato riconoscimento dell'attività lavorativa per il personale delle Forze armate.

Sosteniamo tutti gli sforzi di qualsiasi parlamentare aldilà dello schieramento politico d'appartenenza che riconoscano la nostra specificità.

Il piano pensionistico esistente rappresenta una sperequazione tra i militari e il pubblico impiego ciò à dovuto alla differenza di pemanenza tra i due settori lavorativi tra il comparto "militare" e il "pubblico impiego", pertanto occorre rimarcare la pecularietà delle funzioni specifiche svolte dal personale militare senza introdurre alcun innalzamento dei requisiti anagrafici della pensione.

La riforma Dini ha messo in seria difficoltà le future generazioni dei militari dal 96 in poi con il sistema "contributivo puro" che rischiano di percepire al termine della propria carriera una pensione che non raggiunge nemmeno il 60% dell'ultimo stipendio. Parliamo di donne e uomini che in patria e nel mondo hanno servito il paese in condizioni estreme fino a mettere in pericolo la propria vita.

Non basta cambiare qualche articolo "le riformette" per risolvere l'annoso problema della previdenza, occorre battere i pugni per chiedere più soldi al fine di finanziare la previdenza specifica per i militari cosi come previsto normativamente, non siamo impiegati del catasto, siamo militari pertanto la previdenza dovrà essere giocoforza al centro delle battaglie del nostro sindacato.

Il primo passo sarà con il nuovo governo che verrà sarà quello di mettere in soffitta il Cocer controllato dall'amministrazione, per poi pretendere un tavolo tecnico negoziale per sostenere la nostra specificità se non ascolteranno la nostra richiesta, non escludiamo ricorsi collettivi contro lo stato, il sindacato deve saper giocare di fioretto ma anche utilizzare la sciabola quando occorre.

Noi abbiamo la schiena dritta!