Sindacato Itamil Esercito: Trasferimenti dei Militari interviene il Magistrato Angelo Giorgianni

21.07.2023

Lettera trasmessa via PEC in data 21/7/23


"Capo Dipartimento, il Gen. C.A. Salvatore Cuoci,
Per tramite il Primo Reparto di SME

 
Egregio Comandante, mi presento: sono il Magistrato Angelo Giorgianni, Presidente onorario dell'"Authority Diritti Universali dell'Uomo, Giustizia e Legalità," all'interno dell'organizzazione Sindacale Itamil Esercito.
Desidero rappresentare i tanti coraggiosi soldati che, in passato, hanno protetto me e la mia famiglia, e oggi sento il dovere di parlare a nome loro.
Ritengo di sottoporre alcune criticità in materia di trasferimenti aldilà dei limiti della legge 46/2022 sui diritti sindacali, in quanto la disciplina, a mio avviso, in alcuni punti , è suscettibile di censure sotto il profilo della costituzionalità.
Peraltro, molteplici soldati mi hanno sottoposto l'esigenza di intervenire in questa delicata questione, e pertanto, ho ritenuto mio dovere, nella qualità, di segnalarle alcune riflessioni di carattere generale, che saranno seguite da ulteriori approfondimenti tecnico-giuridici in ordine all'avvicendamento dei militari.
In particolare, le valutazioni dei militari trasferiti destano perplessità riguardo ai criteri adottati non garantendo la giusta trasparenza. .I militari secondo quanto mi è stato segnalato non sono informati in dettaglio sui nominativi degli altri militari trasferiti e sui punteggi loro assegnati.
Inoltre, sembrerebbe che coloro che si trovano in malattia o usufruiscono della legge 104 siano penalizzati nei punteggi.
Questo approccio potrebbe mettere a rischio l'unità delle famiglie, tutelata da plurime norme di rango diverso (anche sovranazionali) con evidenti riflessi sulla qualità della prestazione lavorativa.
Si comprende che ogni servitore dello Stato può essere trasferito in diverse sedi all'interno del territorio nazionale.
Tuttavia, sarebbe opportuno che lo Stato agevolasse i trasferimenti dei militari, come avviene in altre superpotenze militari, fornendo alloggi dignitosi a tutti i Volontari dell'Esercito e assegnando case demaniali ai Graduati, Sergenti, Marescialli e Ufficiali trasferiti.
Al momento, ciò non sembra accadere, poiché molte caserme e alloggi, per mia conoscenza personale, sono in condizioni pessime e indecenti.
Inoltre, alcune case demaniali sono occupate da persone non aventi diritto, mentre altre versano in condizioni inadeguate.
Questa situazione comporta sacrifici per le famiglie dei militari, che spesso si trovano ad affrontare indebitamenti e separazioni.
In tempi di ristrettezze economiche, sarebbe più logico chiudere temporaneamente le caserme nel nord per ristrutturare e riorganizzare i reparti militari nel centro-sud, offrendo condizioni di vita più dignitose per il personale e riducendo la richiesta di alloggi.
Sarebbe opportuno che, prima di destinare il personale in prima assegnazione, si effettui una valutazione delle diverse sedi di servizio in modo collaborativo tra il dipe (responsabile dell'impiego del personale) e il quinto reparto (responsabile del patrimonio immobiliare e degli alloggi del personale).
Questa mappatura consentirebbe di assegnare le posizioni organiche in base alle condizioni alloggiative, infrastrutturali e ai mezzi di trasporto disponibili, facilitando i collegamenti tra diverse regioni.
Inoltre, ho appreso che alcuni militari siciliani in servizio a Trapani sono stati trasferiti a Teulada, mentre altri sardi che prestavano servizio a Teulada sono stati trasferiti a Cosenza.
Questi spostamenti sembrano causare disagi, poiché i siciliani per tornare a casa devono affrontare un viaggio di 200 km per raggiungere l'aeroporto più vicino, con una sola nave a disposizione settimanalmente. Analogamente, i sardi a Cosenza devono raggiungere Napoli.
Mi chiedo se fosse opportuno effettuare tali trasferimenti, specialmente considerando che questi militari hanno servito nei rispettivi reparti di Trapani e Teulada per undici anni.
Questa mobilità sembra priva di senso e non funzionale alle esigenze dei servizi.
Al riguardo, sottopongo alla sua autorevole attenzione l'esigenza , che questi militari vengano riassegnati nei rispettivi reparti d'origine, potrebbe essere un piccolo segnale di cambiamento all'interno della nostra forza armata, al fine di migliorare la qualità della vita dei nostri militari e delle loro famiglie in tempi difficili.
Tanto le rassegno, con l'auspicio si possa lavorare insieme nell'interesse superiore dell'Istituzione, anche, per garantire un proficuo clima di benessere all'interno dell'Esercito.


Distinti saluti, 

Angelo Giorgianni - Presidente Onorario "Authority Diritti Universali dell'Uomo, Giustizia e Legalità" dell'Organizzazione Sindacale Itamil Esercito"Segretario Generale di World Life Organizazion e di Uman Rights di NGO