Anno giudiziario dei reati Militari - Il Sindacato Itamil Esercito interpella il Ministro Crosetto: "È tempo di riformare la Giustizia Militare?
In seguito alla pubblicazione dell'articolo del giornalista Giulio Cavalli, ripreso da "La Notizia Giornale.it", il Sindacato Itamil Esercito sollecita l'attenzione dell'Onorevole Ministro della Difesa, Guido Crosetto, sulle interessanti dichiarazioni emerse durante l'apertura dell'anno giudiziario militare, riportate dal Presidente della Corte militare di appello, Giuseppe Mazzi, e dal Procuratore Generale Militare, Marco De Paolis. dati evidenziano un marcato incremento nei delitti di insubordinazione e disobbedienza all'interno delle Forze Armate, una tendenza che desta preoccupazione e richiede un'analisi approfondita.
Inoltre, il crescente numero di procedimenti e l'aumento dei tempi di definizione sono indicatori di un possibile sovraccarico del sistema giudiziario militare.
Il Sindacato chiede di ampliare la discussione non limitandosi solamente alle cifre, ma anche la qualità delle indagini, le modalità di gestione dei procedimenti, l'esito delle conclusioni delle indagini e dei processi, la durata, i costi in generale che gravano sui contribuenti.
In questo contesto, emerge la domanda se sia ancora necessario, nel 2024, mantenere i Tribunali Militari come entità separata o se sia più opportuno integrare il personale in un sistema Giudiziario Ordinario?
Il Sindacato Itamil Esercito pone l'accento in particolare sulla situazione di difficoltà economica di alcuni militari, che si ritrovano a far fronte a spese legali, indebitamento, danni a carattere professionale, con relative conseguenze sul nucleo familiare, per difendersi da accuse che avvolte derivano da mal interpretazioni o motivazioni infondate.
Il Sindacato Itamil Esercito si fa promotore di una riflessione sull'attuale sistema giudiziario militare, sollecitando l'attenzione sulle possibili conseguenze di informative trasmesse dai Comandanti in alcuni casi basate su possibili interpretazioni soggettive oppure probabili "vendette personali", che possono condurre a dispersivi e onerosi procedimenti giudiziari a carico dei colleghi.
Inoltre, si sottolinea la necessità di una formazione efficace per il personale militare, inclusi i Comandanti di Corpo, al fine di prevenire condotte illecite, come richiesto dal Procuratore Generale De Paolis.
Si propone altresì che tale formazione ed aggiornamento venga estesa ai Procuratori Generali, per assicurare una maggiore comprensione delle direttive interne e degli aggiornamenti normativi, oltre che della nascita dei Sindacati Militari (legge 46/2022).
Infine, il Sindacato esprime perplessità su un passaggio dell'articolo che potrebbe suggerire una problematica più ampia rispetto ad alcuni casi isolati tra i militari condannati per reati " abusi sessuali", ecc. il Sindacato Itamil Esercito leggendo con attenzione l'articolo, secondo il nostro punto di vista indica i dati relativi alle indagini di reati colposi presunti non di condanne definitive riteniamo essenziale aprire un dialogo costruttivo con il Dicastero della Difesa per valutare l'opportunità di un confronto per il rinnovamento del sistema giudiziario militare, che potrebbe includere il ridimensionamento dei Tribunali Militari e una revisione dei Codici Militari, che sembrano non rispondere più adeguatamente alle esigenze contemporanee.
La sicurezza e il morale delle nostre Forze Armate non devono essere compromessi da interpretazioni errate o da un uso improprio del sistema giudiziario attraverso certe "informative" non adeguatamente analizzate.
Occorre che le gerarchie, i vertici militari comprendano che al militare non può essere negato il diritto di critica (Art.21 della Costituzione) non esiste il reato di "lesa maestà".
Concludendo, il Sindacato Itamil Esercito insiste sulla necessità di valutare se la presenza di presunti reati sia in qualche modo funzionale alla sopravvivenza dei Tribunali Militari? una dinamica che, se confermata, sarebbe inaccettabile.
Non possiamo permettere che i nostri militari debbano vivere da "bersagli" nell'incertezza e nella paura di essere ingiustamente coinvolti in procedimenti giudiziari per motivazioni infondate, affrontando oneri finanziari, perdite di tempo e stress emotivo.
Il Sindacato è impegnato a tutelare i diritti e il benessere dei militari, promuovendo trasparenza, giustizia e un uso responsabile delle risorse pubbliche.
Ci aspettiamo che il Ministero della Difesa risponda con azioni concrete a queste preoccupazioni legittime e si impegni a garantire un ambiente di lavoro sereno,equo e rispettoso per tutti i militari di ogni ordine e grado delle Forze Armate.
Nel frattempo, il Sindacato Itamil Esercito ha garantito uno scudo legale con un plafond a partire da 10.000 euro per tutti i propri tesserati. Saremo pronti a chiedere i risarcimenti dei danni a coloro che interpretano presunti reati in malafede.
Ovviamente crediamo nel delicato lavoro svolto dai Magistrati, dei Procuratori della Repubblica, del personale preposto alle indagini che rappresentano insieme a tutti i servitori dello Stato la parte migliore del nostro Paese.
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