COMPORTAMENTO ANTISINDACALE CONDANNATA L'AMMINISTRAZIONE DIFESA A RISARCIRE LE SPESE SOSTENUTE DAL SINDACATO ITAMIL ESERCITO
IL TRIBUNALE DEL LAVORO DI
UDINE ORDINA AL MINISTERO DELLA DIFESA - STATO MAGGIORE DELL'ESERCITO DI
CESSARE LA PROPRIA CONDOTTA ANTISINDACALE DISPONENDO L'IMMEDIATO RIENTRO DEL
MAR. CAPO ROMANO LUFRANO PRESIDENTE REGIONALE DEL SINDACATO ITAMIL ESERCITO -
FRIULI ALLA PRECEDENTE SEDE DI SERVIZIO E CONDANNA IL MINISTERO ALLA REFUSIONE
DELLE SPESE PROCESSUALI SOSTENUTE DAL SINDACATO ITAMIL ESERCITO.
Il 09 novembre 2021 è una data che segna, attraverso l'ascesa in campo del Sindacato ITALMIL,un passo importante in un mondo dove diventa sempre più arduo comprendere che i sindacati esistono.
L'organizzazione Sindacale Itamil Esercito ha proposto un ricorso dando delega allo studio legale dell'avvocato Barberio Battista del foro di Cosenza nei confronti del Ministero della Difesa a sostegno del Presidente della regione Friuli-ITAMIL il Mareresciallo Capo Romano Lufrano di cui erano state poste in essere diverse condotte antisindacali sfociata nel suo trasferimento ad altra sede di servizio senza il necessario assenso da parte della dirigenza nazionale dell'organizzazione sindacale. Una vittoria importante per un duplice ordine di ragioni.
In primo luogo il Giudice del lavoro, per la prima volta nell'Esercito ha riconosciuto piena dignità a ITAMIL , annoverandola tra le " Organizzazioni Sindacali che abbiano un'effettiva rappresentatività nel campo del lavoro e possano operare consapevolmente delle scelte concrete per intere categorie lavorative", riconoscendo altresì "i criteri di diffusione e di effettività dell'azione a livello nazionale, pur nel breve periodo di vitache l'organizzazione sindacale ha svolto".
Un riconoscimento giudiziale necessario, vista la pervicacia con la quale l'amministrazione della Difesa ha continuato a disconoscere effettività all'attività sindacale svolta, pur a seguito dell'asseverazione ministeriale necessaria alla sua costituzione.
Poste tali premesse, il Tribunale prosegue poi nel ritenere "necessaria l'acquisizione dell'assenso sindacale al trasferimento e che, per contro, l'aver disposto il trasferimento senza consultare l'associazione costituisce atto che svilisce e viola le prerogative proprie dell'associazione". "Riconosciuta giustizia ad una associazione sindacale orfana del proprio padre" - dichiara l'Avv. Battista Barberio - "ora si auspica una repentina inversione di rotta da parte del Ministero della Difesa e dello Stato Maggiore dell'Esercito, che dovranno assicurare piena dignità alle future istanze avanzate dal sindacato a tutela della categoria".